SUSSIDIARIO DELLE DISCIPLINE 4



La nascita della scrittura



I funzionari sumeri dovevano registrare la quantità delle merci conservate nei magazzini delle ziggurat. Impossibile ricordare tutto! Allora trovarono un modo per fissare le informazioni più importanti: prendevano una tavoletta di argilla fresca e con uno strumento appuntito incidevano un disegnino di ogni prodotto, come le spighe di grano e i pesci, con accanto puntini o linee per indicare la quantità; poi le tavolette venivano essiccate al Sole per farle indurire e resistere nel tempo. Questi pittogrammi rappresentarono piano piano anche idee, azioni, sentimenti: il Sole significava «giorno», un piede «andare» o «venire...». I segni di questa nuova scrittura sono detti ideogrammi.

Nel corso dei secoli i disegni furono sempre più stilizzati, cioè tracciati con poche linee, non assomigliarono più all’oggetto, ma divennero simboli per indicare parole. Lo scriba usava uno stilo, una cannuccia con la punta triangolare che lasciava impronte a forma di cuneo, cioè di piccolo triangolo, sulle tavolette d’argilla. Questa scrittura è chiamata cuneiforme.

Poi, i Sumeri divisero le parole in parti più piccole, le sillabe, e scrissero con gli stessi segni le sillabe di suono uguale. Per esempio ta-vo-la, vo-la-ta: due parole, ma solo tre sillabe in ordine diverso. Nacque così la scrittura fonetico- sillabica, basata sul suono delle sillabe.

I Sumeri con la scrittura passarono dalla preistoria alla storia, lasciandoci veri e propri documenti scritti.

La scrittura cuneiforme si diffuse e fu a lungo usata anche da altri popoli.


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